Lo sciamanesimo non è una religione, ma il richiamo che la Natura, nostra Madre, sussurra nell’universo e che noi, sviluppando nuove forme di attenzione alla realtà, possiamo tornare ad ascoltare. Una voce che riunisce donne e uomini intorno al sistema di conoscenza e guarigione più antico del mondo.
MORENA LUCIANI RUSSO
Lo sciamanesimo nasce nel Sacro Femminile
Nelle culture sciamaniche antiche le pratiche estatiche collettive guidavano una visione della società dove non esistevano religioni, non si creavano istituzioni, non c’erano verità assolute fondate su una qualche rivelazione. La Vita era Madre e la Madre era Vita nelle innumerevoli forme di Natura, dal piccolo insetto alla grande montagna, nei suoi aspetti benevoli e terrifici. Le donne erano onorate in quanto emanazioni di essa e rispettate per tutti i doni che portavano alla comunità e gli uomini onoravano la vita, fieri di esserne al servizio e lontani dalla legge dell’accaparramento e della guerra.
Queste erano le culture della dea, matriarcali in quanto portatrici di un modello in cui le Madri, quelle ancestrali e quelle in carne ed ossa, venivano considerate come origine del mondo:
Matri-arkè – in principio le Madri, in principio la Madre Terra
E queste sono le società matriarcali perché ancora esistono sulla Terra come esempi di culture che trovano risposte creative ed egualitarie ai problemi di organizzazione sociale, economica e politica delle comunità umane (1).
È importante sapere che lo sciamanesimo ha qui la sua origine e che è rimasto vivo in alcune delle culture native del pianeta che oggi sono tanto amate dai noi occidentali assetati di spiritualità non istituzionalizzata.
Nell’attuale momento storico è fondamentale per le donne ritornare alla propria dimensione sacra imparando a riattivare le capacità sciamaniche, così come per gli uomini è importante riscoprire una visione sciamanica che si rivolga alla Madre in senso cosmico, aprendosi a un Maschile che torni ad onorare il Femminile. Il nostro mondo fondato sui valori del capitalismo e della dominazione, è solo il picco di un processo iniziato millenni fa con il genocidio delle culture antico-europee e mediterranee e con la conseguente sottomissione delle donne e delle natura. Un mondo patriarcale che, come afferma Lama Tsultrim Allione, soffre lo squilibrio generato dalla mancanza di saggezza femminile.
La saggezza femminile si nutre di pratiche di spiritualità orientate alla Terra e ai suoi cicli naturali, pratiche rituali collettive che ci riportano a una realtà alter-centrica e non più ego-centrica, insieme a un lavoro di riconoscimento e di superamento di quegli stereotipi e modelli che il patriarcato ha imposto sia alle donne che agli uomini nell’ambito della sessualità e della famiglia e che hanno poi permeato tutti gli aspetti della società.
Quel bosco di cui ci hanno insegnato ad avere paura, gli animali teneri e feroci, allo stesso tempo portatori di Vita e di Morte, gli accessi al mondo sotterraneo e i processi di discesa e rigenerazione, sono parte integrante della via Femminile, che non porta false promesse e richiede la conoscenza empirica, la conoscenza intellettuale e storica, tanto quanto quella estatica e intuitiva. La Baba Yaga ci insegna l’impeccabilità e la liberazione dal superfluo e le Ninfe il gioco e la dolcezza.
(1) Vai su Laima per saperne di più. Si consiglia anche una visita al sito di Francesca Rosati Freeman e la lettura di questo articolo di Luciana Percovich per un approfondimento.
(2) Dee Poth, La Sapienza della Dea, Ed. Psiche 2