Risvegliare la forza dell’Orsa e rimettere radici nella Terra
Lo scorso 18 marzo 2016, in occasione del convegno “Culture Indigene di Pace. I Sentieri della Terra”, abbiamo preparato una grande festa per celebrare la Madre della Vita e l’Equinozio di Primavera. In questi anni ho direzionato il mio lavoro verso l’ espressione del femminile in forma animale e dell’ energia sciamanica custodita nei nostri corpi di donne, che ci vede sorelle e figlie di tutte le creature della Terra. Orse, serpentesse, volpi, poiane e civette, tigri o piccole api ronzanti, la Signora della Vita è in ciclica trasformazione, assume le forme più disparate e noi impariamo a fluire con lei, a seconda della necessità del momento e del luogo.
In questo caso la cerimonia era dedicata all’Orsa, la più antica e amata rappresentazione della Natura Selvaggia del nostro emisfero, Signora della Montagna, delle Foreste, delle Grotte e delle Stelle.
Chi più di lei è stata violata e dimenticata ?
Il rituale cominciava con la sua morte, nel monologo dell’attrice Jelly Chiaradia e il bastone che la raffigurava cadeva similmente a come cadde il patto tra noi e colei che ci diede la vita nella sua spirale. E così
[..]Muore la terra
Ogni volta
Che tu hai paura
Del movimento misterioso
Incompreso
Offeso dalla indecenza di un pensiero corrotto
Che ha trasformato
La magia di parole ancestrali
In un letargo della libertà con le sue vibrazioni d’amore
Raccolte e sepolte ora (1)
Nel silenzio e nel buio della notte sono arrivate le Volpi. Le Volpi sono figure chiavi del mio percorso di sciamanesimo e sono sempre più convinta che portino un grande insegnamento alle donne contemporanee, poiché sono in grado di camminare sulla corda che unisce la vita e la morte, sanno saltare e fare il verso al mondo mostrando l’irriverenza del Femminile, la sensualità, la verità del grottesco e del buffo, il dolore che si rigenera e risveglia.
Ma chi può ridestare la forza dell’Orsa da un inverno così lungo che pare simile alla morte? Le volpi si fanno messaggere e richiamano le donne ad agire attraverso il potere della loro Vulva, la Cavità e il Vuoto da cui tutto si genera, e tra le risate, i canti e i tamburi esse liberano la loro Anima-Orsa scon-volgendo e coin-volgendo tutto il pubblico. Il bastone ursino abbandonato sul suolo arido torna vivo e germogliante nelle mani di chi si assume la responsabilità di rimetterlo in piedi e viene affidato ad un giovane uomo e ad una giovane donna affinché sia riportato in un luogo speciale, in questo caso al centro di un labirinto con le sue guardiane, le quali ci ricordano che acqua, terra, fuoco e aria sono gli elementi di cui tutte e tutti noi siamo costituite/i.
Qui i canti e i tamburi continuano ad accompagnare donne, uomini, bambine e bambini desiderosi di portare fiori e offerte con gioia e commozione. Perché questo è uno spazio “sacro”, uno spazio in cui ritorniamo a ringraziare colei che ci nutre e ci sostiene, una cerimonia collettiva in cui disperdiamo il nostro ego e l’animale e l’anima si uniscono. Ci ritroviamo Orse e Orsi e radicalmente, come diceva Mary Daly, riaffondiamo le Radici nella Terra, unendoci in suo nome e risanando la ferita inferta al Femminile da quasi 5000 anni.
Queste sono le cerimonie delle donne, quelle di cui il mondo ha bisogno per riunire in sé la parte di umanità che vuole vivere libera dal sistema patriarcale e dominatore. Queste sono le follie di cui sono capaci le donne, cerimonie ad alto voltaggio empatico ed emotivo che sanno curare dentro e fuori.
(1) Estratto dal monologo di Jelly Chiaradia
Cerimonia a cura di Morena Luciani Russo in collaborazione con Sarah Perini e la partecipazione di:
Licia Chitaroni, Matilde Bellazzecca, Enza Ferragina, Elena Ribet, Jelly Chiaradia, Francesca Rugi, Sabina Violante, Daniela Degan, Lina Rossini, Daniela De Stefanis, Alessia De Gasperi, Emanuela Sposato, Isabella Landi, Giovanna Clerico, Grazia Carlino, Valentina Ares, Federica Carmana, Titti Bertolin, Mattia Rossi, Laura Ghianda.