LA MEMORIA DELLE DONNE-CIGNO

Una statuina natufiana e le radici arcaiche del volo sciamanico femminile

Questa piccola statuina in argilla ci ricorda quanto sia arcaico il legame tra il mondo femminile, il volo sciamanico e gli uccelli — in particolare quelli acquatici. Qui un’oca (o un cigno) avvolge una donna con le ali e le appoggia il becco sulla guancia: un gesto di intimità, protezione e forse trasformazione, racchiuso in soli 3,7 centimetri.

Il manufatto, risalente a circa 12.000 anni fa, è stato ritrovato in un villaggio natufiano affacciato sul Lago di Galilea, all’interno di una struttura in pietra associata a pratiche funerarie, vicino alla tomba di un bambino. Il contesto suggerisce che non si tratti di un oggetto ornamentale qualunque, ma di un’immagine dotata di un valore simbolico profondo, forse rituale.

Oche, cigni, anatre e gru condividono spesso, nelle culture antiche, un universo simbolico comune. In molte tradizioni non è tanto la specie specifica a essere rilevante, quanto la qualità archetipica dell’“uccello d’acqua”: creatura liminale, capace di muoversi tra acqua, terra e cielo. Marija Gimbutas ha interpretato gli uccelli acquatici come portatori dell’uovo della vita e come una delle manifestazioni della Dea in quanto Creatrice cosmica, all’interno di una visione ciclica dell’esistenza in cui nascita, morte e rigenerazione sono inseparabili.

Dal punto di vista sciamanico, gli uccelli acquatici sono anche esseri capaci di affondare il becco nelle acque. Gli specchi d’acqua, in molte cosmologie tradizionali, sono percepiti come portali: superfici di passaggio verso altre dimensioni, compreso il Regno dei Morti. Non è un caso che oche e cigni compaiano frequentemente in contesti funerari, come accompagnatori dell’anima e protettori del passaggio verso la morte, garantendo allo stesso tempo il ritorno della vita — anche in virtù del loro carattere migratorio.

Questa piccola Antenata parla dunque di legami arcaici, di metamorfosi (shapeshifting) e della natura profondamente liminale del rapporto tra umano e animale. Il suo significato non rimane confinato alla preistoria del Vicino Oriente, ma si inserisce in una costellazione di mito e folklore che attraversa tempi e geografie diverse.

Il motivo fiabesco della Swan Maiden (Donna-Cigno) ne è un esempio eloquente. Diffusa dall’Europa alla Siberia, dal Medio Oriente e oltre, questa figura racconta di donne che attraversano i confini tra i mondi grazie ai loro mantelli di piume. Scendono sulla terra per bagnarsi; spesso un uomo, testimone incantato della scena, ruba l’abito di piume a una di loro per costringerla a restare. La fanciulla vive tra gli umani, diventa madre, ma un giorno ritrova le sue ali e ritorna al proprio mondo.

Lo studioso A. T. Hatto, nel suo celebre studio sulla Swan Maiden, ha suggerito che questo motivo fiabesco conservi tracce di un mondo molto più antico e sciamanico, soprattutto nell’Eurasia settentrionale. Presso numerose popolazioni della Siberia e dell’Artico, l’oca e il cigno compaiono come animali totemici e aiutanti degli sciamani, in particolare nelle tradizioni femminili. Si riteneva, ad esempio, che alcune sciamane potessero trasformarsi in cigni o oche per viaggiare nei regni spirituali.

Nella cultura Nganasan dell’Artico siberiano, il costume rituale dello sciamano includeva sei teste di oca in miniatura cucite sull’abito, utilizzate simbolicamente per “volare” nell’alto mondo celeste e recuperare gli spiriti smarriti. In modo simile, popoli come Buriati, Tungusi e Yakuti veneravano il cigno come Antenata mitica e facevano uso di mantelli di piume per le loro sciamane, segno di un legame totemico tra donne guaritrici e uccelli acquatici.

Donne-Oca e Donne-Cigno attraversano così le fiabe del substrato europeo, ma affondano le loro radici in epoche in cui il dono sciamanico femminile era centrale nella cultura, il volo era una forma di conoscenza iniziatica e le piume un vero e proprio corpo di soglia.

N.B.: Eredità di questa antenata mitica sono Afrodite che vola sull’oca, la Saraswati indiana, le Valchirie e le Norne della tradizione norrena, la Mother Goose delle filastrocche inglesi, la Perchta coi piedi palmati del folklore germanico e alpino, a cui si ricollega anche la nostra Befana.

Morena Luciani Russo

Bibliografia per approfondire:

Davin, Laurent; Munro, Natalie D.; Grosman, Leore. 2025. “A 12,000-year-old clay figurine of a woman and a goose marks symbolic innovations in Southwest Asia.” Proceedings of the National Academy of Sciences of the United States of America 122 (47): e2517509122. doi:10.1073/pnas.2517509122.

Gimbutas, Marija. 1989. The Language of the Goddess: Unearthing the Hidden Symbols of Western Civilization. London: Thames & Hudson.


Gimbutas, Marija. 1991. The Civilization of the Goddess: The World of Old Europe. New York: HarperCollins.


Hatto, A. T. (Arthur Thomas)
. 1961. “The Swan Maiden: A Folk-Tale of North Eurasian Origin?” Bulletin of the School of Oriental and African Studies. (Riferimento classico sul motivo fiabesco e i legami nord-eurasiatici.)
Hubbs, Joanna. 1988. Mother Russia: The Feminine Myth in Russian Culture. Bloomington: Indiana University Press.


Luciani Russo, Morena. 2012. Donne sciamane. Venezia: Venexia Editrice.


Morrison, Lesley. 2020. Il simbolismo degli uccelli. Saggi con le ali. Roma: Edizioni Mediterranee.


Radley, Dario. 2025. “Rare 12,000-year-old Natufian figurine of a woman and a goose offers a glimpse into prehistoric beliefs.” Archaeology Magazine, 18 novembre 2025.


Université Paris 1 Panthéon-Sorbonne (Recherche). 2025. “Découverte en Asie du Sud-Ouest de la plus ancienne figurine représentant une interaction humain-animal.” 18 novembre 2025. (News release con contesto e rimando a PNAS).