Discorso di Apertura di Morena Luciani

Luisa Spagna, Morena Luciani, Valeria Trisoglio

Luisa Spagna, Morena Luciani, Valeria Trisoglio

 

Scrivo questo discorso il giorno dopo che è arrivata la notizia della bambina stuprata con la spranga e mutilata in India, una notizia che stanotte mi ha colpito nelle viscere, mi ha portato angoscia,insonnia, un triste senso di impotenza, nonché di rabbia.

Per un attimo ho pensato che tutto quello che avrei voluto dirvi oggi non avesse più motivo di esser detto, in fondo a che serve un convegno di questo tipo in un mondo dove i valori della violenza e del dominio sembrano inattaccabili.

Ho riflettuto su questo accanimento sul corpo delle donne, anche bambine, in particolare sulla loro vulva.Proprio la vulva, che le nostre antenate e i nostri antenati dipingevano e scolpivano ovunque su pareti rocciose e manufatti, a simboleggiare la sorgente della vita e il ciclo rigenerativo.

Naturalmente questo tipo di celebrazione del corpo femminile si è perso con l’età del bronzo e con l’avvento della cultura patriarcale.

Così ho pensato di fare questa piccola scultura di pane e di portarla oggi come omaggio a tutte le vulve ferite di questa terra, è la mia preghiera affinché torni ad essere il simbolo di pace che originariamente le spetta.

Vulva di Pane

Vulva di Pane

Ma per me essa è anche simbolo di forza, il riconoscimento che mi do nel mondo non solo come madre biologica, ma come Madre della Vita.

Noi siamo le Madri della Vita ed è urgente che assumiamo il valore di questo compito, perché una volta che lo riconosciamo a noi stesse, possiamo esigere che anche gli uomini lo riconoscano e che la società ritrovi una forma più equa.

 

Scusate se sto usando un linguaggio più forte del solito, in questo momento lo sento necessario, credo sia un senso di protezione che sta emergendo fortemente in me, come in tante altre donne sulla terra, ed è sano assecondarlo, perché penso che questo sia uno dei primi significati importanti del concetto di partnership;le società matriarcali che stiamo studiando e che stiamo incontrando attraverso questi convegni ci portano grandi insegnamenti a riguardo.

Qui apro per un attimo una parentesi, sull’utilizzo delle parole partnership e matriarcato. So che spesso questi termini sono stati usati l’uno contro l’altro. Nel nostro caso abbiamo usato partnership nel titolo perché volevamo sottolineare l’importanza di un’educazione che ristabilisca una collaborazione, anche simbolica tra tutti gli esseri viventi.

Io comincio proprio a pensare però, e questo l’ho mutuato non solo dagli studi, ma dall’incontro con le donne indigene dello scorso anno e quest’anno vedremo anche con Martha Toledo Martinez, che i matriarcati siano le vere società di partnership e che quindi non si possa parlare di partnership se non c’è una struttura che alla base abbia una forte matrice femminile e che come dice Heide Gottner Abendroth non metta al centro le Madri.

 

Ritornando al convegno, l’idea di realizzare questo evento è venuta a me e ad Alessandro Bracciali proprio dopo l’incontro con la cultura Moso e quella Khoesan della scorsa edizione di Culture Indigene di Pace.

Nel nostro ruolo di genitori e di appassionati del mondo dell’infanzia, ci siamo trovati e ci troviamo ogni giorno di fronte al grande quesito “COME FACCIAMO?”

Ora che abbiamo parlato realmente con persone che vivono in società fondate sul dono e sulla condivisione, in cui i conflitti si risolvono in maniera non-violenta, in cui le relazioni sono fluide e danno vita a molteplici forme di famiglia, gli orientamenti sessuali non sono discriminati, la leadership femminile è valorizzata e riconosciuta e non in conflitto con gli uomini,la spiritualità è connessa alla terra e non trascendente,

ora che sappiamo che le teorie sul nostro passato elaborate da Marjia Gimbutas, Riane Eisler, Vicki Noble, Merline Stone, Starhawk, Robert Graves e Joseph Campbell e di tutte le altre studiose e studiosi che hanno dedicato tempo alla nuova visione della storia, non erano teorie prive di fondamento, perché appunto esistono tuttora popoli che pensano, donano, pregano,amano, mangiano e creano secondo questa forma di alleanza con la Vita, certo viene da chiedersi “COME FACCIAMO”?

Non ci sono libri di scuola che insegnano questo a bambine e bambini, tutta la cultura dell’infanzia, dai libri ai cartoni ai videogiochi, è intrisa di sessismo, di mitologia patriarcale, di forme stereotipate per crescere piccoli machi o future veline.

Il desiderio di creare qualcosa a proposito è nato da questa nostra urgenza e questo incontro lo possiamo considerare un seme di ciò che desideriamo creare.

Abbiamo deciso di partire da noi “grandi”, di riflettere insieme su quali sono i valori educativi delle società di pace e di come possiamo portarli nella nostra vita per trasformarla.

Nei nostri sogni c’è la pubblicazione di testi, anche interattivi per l’infanzia e l’adolescenza, che possano diventare veicolo di questa nuova cultura, sia dal punto di vista della fiaba, della storia e della mitologia. Non abbiamo avuto fondi per realizzare tutto questo e abbiamo optato per convogliare le nostre energie e le nostre forze economiche in questo convegno, ma come augurio di buon auspicio metto sul tavolo questa penna, come intento futuro di felici realizzazioni.

Un altro dei progetti futuri di Laima, e credo sia importante che lo condivida con voi in questo momento,è la creazione di un luogo, si potrebbe chiamarlo Tempio, ma la parola tempio è ingannevole, perchè presuppone una struttura e non credo che abbiamo necessità di altre strutture religiose in questa società,

però abbiamo bisogno di un luogo di riconoscimento della spiritualità femminile in Italia, un luogo di studio e di ritrovo e io spero davvero che piano piano lo costruiremo con le donazioni e il lavoro di molte di noi;

così come abbiamo realizzato questi convegni, con fatica, impegno, dedizione, quindi metto sul tavolo questa pietra a favore di questo progetto.

Infine spendo un attimo di tempo sui ringraziamenti.

 

Prima di tutto grazie a Luciana Percovich che ha aiutato me e Alessandro a strutturare il convegno e che da brava Crona è stata un po’ la nostra guida e anche a Mario Bolognese, voce amica con cui ci siamo spesso confrontati.

UN GRAZIE ENORME A Sarah Perini, Vincenza Nitti e Simona Ientile che hanno collaborato  a tutta l’organizzazione.

A Ilaria Ruggeri con cui abbiamo concepito il logo del convegno…è stata una bella avventura!

Tutte le ospiti e gli ospiti che hanno accettato di partecipare.

Poi non saremmo qui oggi se non ci fosse stato in primo luogo il cerchio di donne di Laima che con la sua creatività ha dato vita a iniziative e sostenuto il progetto, un particolare grazie ad una delle nostre crone, Maridelfi Carrà, che ha cucito questo telo stupendo.

Telo cucito da Maridelfi Carrà, Crona del Cerchio delle Donne di Laima

Telo cucito da Maridelfi Carrà, Crona del Cerchio delle Donne di Laima

E poi il cerchio delle donne di Roma che ci ha sostenuto tantissimo e quello dell’associazione Armonie di Bologna.

E tutte le donne del cerchio italiano Dakini che ci hanno aiutato,tutte e tutti coloro che hanno donato e tutte e tutti voi che siete qui e che avete creduto in quello che abbiamo fatto.

Le fantastiche traduttrici,quest’anno il lavoro più grosso l’hanno svolto Sara Ramadoro e Marina Randich e naturalmente un grazie alla nostra Valeria Trisoglio (come faremmo senza la nostra Valeria??), a Elena Malanga, a Giordana Boscato e Cristina e la nostra addetta stampa Roberta Dho che svolge sempre un ottimo lavoro.

Ringrazio inoltre l’assessora Maria Cristina Spinosa e l’assessora Maria Grazia Pellerino per aver concesso il patrocinio e spero che in futuro il comune sia disponibile a lavorare con Laima e a dare sostegno ai suoi progetti.

Infine ringrazio il mio compagno di avventure Alessandro Bracciali. Mi emoziona pensare che ho realizzato tutto questo con un uomo, è un dono davvero prezioso che ci siano intorno a noi uomini come Alessandro, non solo intelligenti, di “intelligentoni” ne abbiamo un po’ ovunque, ma anche integri di cuore e di spirito, credo che sia questa una caratteristica degli uomini che sono qui e che hanno scelto di mettersi in gioco. Quindi grazie anche a voi.

Concludo dicendo che ho scelto di mettere sul tavolo questa dea africana, una Madre di latte che nutre la sua creatura e attraverso di lei mi auguro che questo convegno sia fonte di nutrimento per tutte e tutti voi.

Grazie