Lei si delizia del fragore di castagnette e tamburi, del sibilo dei flauti, delle grida dei lupi e di leoni dagli occhi splendenti.
Inno a Cibele, Madre degli Dei, anonimo/a Greco, VI sec. PEC
Il tamburo è parte fondamentale di questa via spirituale e delle esperienze che si vivono negli incontri proposti. Il tamburo può guidare donne e uomini a riabbracciare il Femminile profondo e selvaggio, ha la capacità di rimetterci in contatto con il nostro cuore e di riportarlo in equilibrio con il battito della Madre Terra.
Photo: Fabio Rupoli
Esso è stato strumento sciamanico delle donne e dei culti collegati alle dee di diverse parti del mondo, sebbene questo si sia scoperto solo recentemente grazie al contributo della ricerca archeo-mitologica. Prima, nel mondo occidentale, gli strumenti percussivi sono sembrati per lungo tempo appannaggio degli uomini.
Nella realtà la soppressione dell’utilizzo del tamburo da parte delle donne è la testimonianza più emblematica del capovolgimento della società e dei valori matriarcali, così come dei sistemi di guarigione estatici.
Oggi sappiamo, dagli studi scientifici, che il tamburo ha sulla mente e sul corpo effetti portentosi di guarigione e di riallineamento degli emisferi cerebrali. Cose difficili persino a praticanti di meditazione avanzati, come il rimanere svegli negli stati delta, che sono le frequenze cerebrali più lente, gli stati in cui si può dire che la mente sia completamente spenta e si sperimenta la vacuità, sono possibili grazie all’ascolto dei ritmi scanditi dai tamburi.
L’uso di questo strumento, in particolare quello collettivo, è quindi un buon metodo di risposta a problemi di stress e ansia e, secondo il neurologo Barry Bittman, esso non agisce solamente in ambito psicologico, ma è in grado di aumentare le risposte immunitarie e soprattutto l’attività delle cosiddette cellule “natural killer”, quelle che all’interno del nostro corpo ricercano e distruggono le cellule cancerose o infette da virus.
È importante quindi che la pratica di suonare il tamburo smetta di essere considerata una semplice attività ludica o esotica, e che ritorni ad essere concepita come una pratica biofila e una chiave di accesso a un altro tipo di comunicazione con il mondo, visibile e non.